venerdì 15 aprile 2011

Venerdì pomeriggio, l'odore di primavere è scappato prima di farci abituare al suo tepore.
Leggiucchiavo qua e la per capire un pò cosa poter raccontare lunedì alla tanto attesa "revisione" e mi sono persa tra le righe di una pagina, che ho il piacere di condividere. Mi sono trovata inibita: come se avessi da sempre tracciato su un foglio linee a mano libera e d'improviso, la scoperta del righello!!!

..."Parla, nel testo che accompagna in progetto, del concetto classico di Topos come segno stabile dell'urbanesimo militare romano. Ma ricorda sempre una componente del mondo d'oggi è << avere una complessità dialettica estremamente più sofisticata ("una logica che contiene l'illogico") per cui il concetto di luogo deve contenere il concetto di Non luogo>> . Sembra una disquisizione celebrale, ma l'esito è coinvolgente. Ricorda il concetto di Chora come qualcosa che c'è e che non c'è e allo stesso tempo scatta la metafora illuminante. Chora è come le tracce del mare sulla sabbia, come la registrazione di un movimento, che poi sarà cancellato e poi riscritto. Le tracce regolatrici, le memorie degli sterri archeologici si trasformano ora in questa impalpabile presenza, un'assenza ogni volta riproposta attraverso la fragile presenza di un movimento. La stessa dello scodinzolio del cagnolino sulla tela. (uaaaaaaaaaa) ...TRASFORMA UN'IDEA IN UN VERO E PROPRIO PROCESSO GENERATIVO"...

Le emozioni sono soggettive, a me ha fatto emozionare. Cerchiamo di generarle ora però.
Ancor prima di iscrivermi ad architettura, sono andata a trovare mio fratello in erasmus, tra fiumi di tinto de verano e perlustrando la cittadina ho scoperto un qualcosa che mi suscitava un'emozione nuova, il  Guggenheim di Bilbao di Ghery. Credo di essermi innamorata lì dell'architettura, di un rapporto uomo-edificio. L'uomo deve emozionarsi, illudersi ma allo stesso tempo comodamente vivere in qualcosa che lo rassicura cogliendo quell'attimo irripetibile.


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