"Ma cos'è questa crisi?" Così cantava Rodolfo de Angelis, Paraparapapapà...

Sono sempre più cosciente che l'architetto dovrebbe lavorare in funzione dell'uomo, della collettività e della sua storia; e proprio da questi concetti base deve partire la sua architettura. Ad oggi con l'aggiunta di una nuova consapevolezza di portata storica; ovvero la Rivoluzione Informatica. Ciò stà investendo il mondo e l'architettura deve adattarsi naturalmente.

E così me ne sono andata in giro, a guardare con occhi attenti un palco scenico a cui spesso non prestiamo sufficiente attenzione. Mi sono persa per Roma, per le sue vie, i suoi musei. Un perdermi per riempirmi.
Vabè ma noi parliamo di una crisi..ma di quale Crisi? una Crisi nuova, che ha un valore di Modernità, di cambiamento.

Una delle riflessioni più evidenti nel guardarmi intorno è come il progresso, l'informatica, la tecnologia, l'utilizzo di nuovi strumenti di riflessione, si inseriscono tra le arti.
L'informazione gioca a tanti livelli e si intreccia per interagire e produrre. Deve crescere indistintamente e produrre un interesse sociale forte.
Un Diamante a Valle Giulia |
L'informatica gioca a tanti livelli, si intreccia e innesca su molteplici piani. Non è una soluzione, ma una crisi. Rappresenta un avanzamento puro, un andare oltre per la società. Ad oggi il paesaggio mentale, credo sia evidente è ancora legato a pochi e spesso non svolge una funzione spesso di coinvolgimento a tutti i livelli sociali.
Quindi perché non domandarsi come l'informatica , la tecnologia può inserirsi nelle nostre strade, in community in forma spontanea. Non più considerarla nella singolarità di singolo come oggi è diffusa, ma renderla alla portata di tutti.
Trasformando una crisi-vecchia in crisi-nuova. Rendere l'idea funzionale che ha, un valore puro.

In modo che la crisi venga sentita come mutamento, da IO ESISTO IN QUANTO RAPPRESENTO, in IO ESISTO IN QUANTO FUNZIONO. Per arrivare allo scopo ultimo di IO INFORMO.
Ed è proprio in questo spazio che l'architettura deve collocarsi. Il valore simbolico dell'architettura deve necessariamente rispondere alla domanda forte dell'informazione, della tecnologia.

Vivendo nella terza ondata in cui il rapporto tra estetica e collettività è in costante evoluzione, credo sia necessario far fronte alla nuova realtà entro i quali i nostri movimenti si collocano. Mutandosi rispetto agli orizzonti in cui ci muoviamo. E' proprio per questo, dobbiamo viverlo con gli strumenti più disparati donati dall'informatica. Solo attraverso questi posso costruire un paesaggio mentale COLLETTIVO.

La pubblicità, il cinema, includendo lo stupore di Venturi, permettono da sempre in un tal senso ,di vedere sempre più collettiva la crescita del sapere.
Ora il problema è il capire come oggi gli edifici contemporanei giocano il loro valore e come l'Information Technology deve collocarsi per rendere la modernità una crisi.
Il Come? Alla prossima puntanta, Pubblicità!
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Hologram |
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